Milano ha una nuova designer che sta dando una smossa all’ emergente scena creativa. Con il suo approccio, volto a mantenere la sua etichetta sostenibile e rigorosamente Made in Italy, Giorgia Andreazza rappresenta tutto ciò che di positivo si può trovare nella nuova generazione di talenti milanesi. Nata e cresciuta in Italia, Andreazza ha iniziato la sua etichetta dopo essersi trasferita a Milano per studiare fashion design alla Nuova Accademia di Belle Arti (NABA).
Andando controcorrente, Andreazza non ha aspettato e, invece di lanciare la sua etichetta una volta terminati gli studi come si usa, ha fatto debuttare la sua prima collezione con il marchio omonimo appena terminato il primo anno di studi.
Nonostante questo suo inizio precoce, è riuscita a trasmettere messaggi importanti attraverso i suoi capi, creando tutte le sue collezioni usando esclusivamente materiali di scarto.
Anche le sue origini hanno un ruolo importante nell’identità del suo marchio. “Inizialmente, il mio approccio all’industria della moda Made in Italy è nato dai legami della mia famiglia “, ha spiegato. Come figlia del proprietario di un negozio di tessuti, Andreazza ha imparato la sinergia di combinare la tradizionale sartoria italiana con silhouettes rinnovate, drammatiche e sensuali. “L’estetica forte della mia etichetta risale a ispirazioni socioculturali, situazioni ambientali e movimenti politici. Le creazioni di Giorgiandreazza esprimono un’idea che descrive entità, non un sesso preciso”. Abbattendo le barriere di ciò che è considerato accettabile, Andreazza fonde il vecchio e il nuovo, traendo le sue influenze dalla cultura rave e dalla musica degli anni ’90 e dando loro un bagliore futuristico.
Più di recente, Andreazza ha preso d’assalto Milan Fashion Week, presentando la sua ultima collezione Primavera Estate 2023. Intitolata ‘Drriinn Puppy‘, ha spinto le barriere di ciò che la moda può essere a un nuovo livello, creando una collezione dove moda, arte e musica possono coesistere nel creare capi di altissima qualità. Nella collezione, presentata in stile performance art, ogni capo aveva la capacità di creare un suono e di portare Giorgiandreazza a raggiungere nuove vette.
Sulla scia di successo di questa ultima presentazione, il prossimo step di Andreazza sarà di portare le sue orgogliose radici e talento italiani in un mercato internazionale mentre continuerà ad espandere la sua arte in cui “il prossimo passo sarà consolidare questo concetto geniale di vestiti che producono suoni e proporlo in un linguaggio diverso”.
Per celebrare i 400 poster della collezione di Andreazza che abbiamo affisso in tutta la città, abbiamo anche avuto modo di saperne di più su di lei e sul suo amore per Milano qui di seguito.
DOVE TROVI L’ISPIRAZIONE A MILANO?
Trovo ispirazione dalle mie esperienze; dai miei amici che a loro volta viaggiano e riportano con sé idee; dalle serate nei posti non spesso così conformi; prendo ispirazione nel letto a parlare per ore con il mio ragazzo, inventiamo spesso storie surreali che si trasformano in soluzioni. Di Milano prendo ispirazione dai margini, frequento spettacoli di monster truck, vado al minigolf al Lunapark e alle sagre, dite che è un po’ da anziani basic? Beh, l’importante è poterle reinterpretare e rielaborare.
COSA AMI DI MILANO?
Amo Milano perché è la città che ha fatto sì che tutto ciò nascesse.
Amo Milano perché ha riconosciuto e supportato il mio progetto e visione.
Amo Milano perché mi sento ormai a casa, mi sento accettata e integrata.
Amo Milano perché sono in Italia ma sono a contatto con tutto il mondo allo stesso tempo.
Amo Milano perché mi fa stancare di Milano e mi spinge a fare esperienze all’ estero che mi fanno poi portare novità a Milano.
Amo la mia zona, Ortica, che con la sua energia artistica ha dato vita a mille incontri e collaborazioni.
COME DEFINIRESTI IL TUO MARCHIO?
Mi sono avvicinata al mondo della moda Made in Italy grazie alle mie radici familiari. L’estetica forte risale ad ispirazioni socioculturali, situazioni ambientali e movimenti politici
Le mie creazioni esprimono un’idea che descrive entità, non un sesso preciso. Tutti i tessuti e materiali provengono da stock rimanenze di grandi marche e fabbriche del nord Italia. Gli abiti si identificano con il dinamismo, spaziando dall’osservazione filtrata delle forme d’arte all’attenzione per i dettagli in modo complesso e maniacale. Amo il trasformismo e l’evoluzione e il risultato è un mix di forme destrutturate e tessuti italiani di alta qualità. È fondamentale per me dare valore aggiunto agli abiti; ogni modello infatti è completamente realizzato a mano, con produzione di famiglia come pezzo unico. Per questo gli abiti sono realizzati su ordinazione, nel rispetto del su misura, ma in versione più contemporanea.
QUALI SONO I PROSSIMI PASSI PER GIORGIANDREAZZA?
La presentazione della collezione ss23 durante Milan Fashion Week è stata uno step importante di crescita nel mio percorso dove finalmente il capo ha realmente voce. Ho creato con il supporto di due ingegneri del suono la possibilità di udire suoni dai vestiti stessi. Il prossimo step sarà quello di consolidare questo concetto geniale e proporlo in un linguaggio diverso. Poi, grazie al supporto, vorrei poter espandere le mie reti vendita per far sì che diventi sempre più un progetto internazionale.
QUAL È STATO IL TUO PERCORSO NEL MONDO DELLA MODA A MILANO DA QUANDO TI SEI TRASFERITA PER MOTIVI DI STUDIO?
È stata dura, vissuta giorno e per giorno, attimo per attimo con mille timori dove a volte ti fermavi prima ancora di iniziare. La mia percezione di moda da quando sono arrivata a Milano, circa otto anni fa per studiare, non è cambiata di molto ma l’ho solo consolidata e fatta sempre più mia. La mia ricerca nasce dalle abitudini familiari di portare i nostri capi e oggetti per la casa nei mercatini dell’usato. La mia visione di moda diventa in un secondo, nel cercare pezzi in mercatini di seconda mano, sinonimo di ‘unicità che ci contraddistingue’. Ora come allora quindi cerco tra mercatini, tra merce fallata e fine magazzino di grossi store per scovare nuove idee nascoste agli occhi di chi non osserva.
QUAL È IL TUO PUNTO DI PARTENZA QUANDO INIZI UNA NUOVA COLLEZIONE? COSA TI ISPIRA?
Inizia tutto con mail su mail di “sgombero magazzini” dalle grosse aziende per recuperare dei materiali e tessuti. Trovo nel nord Italia materiali di scarto di altissima qualità che per modifiche cifre prendo ed inizio ad analizzare. Contatto aziende per far tingere, studio grafiche e stampe per far diventare davvero miei questi tessuti di scarto. Il tutto diventa schizzi bruttissimi che in un secondo momento diventano disegni molto curati fatti a mano con colori a matita e Pantone e dove il numero di modelli è infinito e varia di continuo.
Poi inizio a fare cartamodello, metto sul manichino e da lì ‘amo giocare con i miei sbagli’. Inizio a fare per poi smontare, modificare, tagliare e smembrare, così si arriva finalmente a qualcosa di insolito. Quando mi stupisco di qualcosa che non ho visto, allora posso dire di aver chiuso un look, solo a quel punto sono ok.